Mendelssohn Sinfonia N. 5 "La Riforma"
30 Aprile 2019 - 7 Maggio 2019, Formigine
Cosa può esserci di più calzante, per un’orchestra che durante le prove è solita posare gli strumenti e cercare nel canto il respiro comune, di una sinfonia che culmina in un maestoso corale? E cosa può esserci di più insolito di un maestoso corale che, anziché essere cantato, viene suonato al culmine di una sinfonia?
La « Riforma » di Mendelssohn è prima di ogni altra cosa un mistero: a lungo additata come sinfonia disomogenea, atipica, eccessivamente retorica, da Mendelssohn stessa considerata « un’opera completamente fallita, tra i miei pezzi quello che brucerei più volentieri », questa musica appare lontana da noi più dei duecento anni scarsi che in effetti la separano (con quell’incipit così arcaico, poi…!).
Eppure la « Riforma », con tutte le sue incoerenze, o forse grazie ad esse, ci suona oggi meravigliosa come non mai, quasi un tripudio irrisolto di dicotomie: imperfetta ed esuberante, enfatica ed avvincente, in perenne disequilibrio, come dimostrano il primo movimento e l’Andante centrale, tra la tenerezza e il fuoco.
E poi c'è quel corale, che sorge all’improvviso accennato dal flauto all’inizio dell’ultimo movimento, e viene infine intonato a gran voce da tutta l’orchestra: «Ein feste Burg ist unser Gott!» , Il nostro Signore è una solida fortezza! É l’inno luterano che celebra i trecento anni della Confessione di Augusta, certamente, ma non solo: questa musica grandiosa risuona oggi come un esaltante canto universale, altissimo e quindi umano.