“La maniera in cui Vogl canta e io eseguo l’accompagnamento, dando corpo a un unico interprete, è qualcosa di nuovo e mai udito”, scrive Schubert nel 1825, durante un viaggio in compagnia del cantante e caro amico. In effetti le testimonianze dell’epoca ci raccontano quanto toccanti potessero arrivare ad essere i loro concerti: nonostante nessuno dei due spiccasse per particolari doti tecniche, pare riuscissero a rendere “immateriale” la musica che eseguivano, sublimandola in qualcosa di puramente spirituale, capace di arrivare dritto al cuore. Anche suonando l’ottetto si percepisce spesso l’istinto di liberarsi dalla materia, quella degli strumenti musicali, della parte sul leggio, della musica scritta, non per ignorarne il contenuto, così prezioso e sofferto, ma per concentrarsi su tutto ciò che di imponderabile ed umano non poteva - e forse non voleva - esservi trascritto.
La libertà però passa anche attraverso quell’ideale unità che Schubert e Vogl incarnavano, quella complicità che si realizza solo quando, oltre alla condivisione di un percorso, ciò che unisce è una comune e istintiva maniera di comunicare ed emozionarsi. Ed è in questa direzione che vorremmo andare con ancora più fiducia, partendo da dove ci eravamo lasciati nel 2012.
Ci auguriamo di riuscire a portare con noi in questo viaggio anche chi ascolterà, grati di poter condividere questa tappa del nostro percorso.
22/09/2016 21:00 Chiesa di Santa Maria Bianca (Vallalta di Concordia Italia) Vedi mappa