Non siamo solo un gruppo di musicisti che suonano insieme senza un direttore. Gruppi simili già esistono, spesso con un concertmaster che fa le veci del direttore, provando, dirigendo e dando gli attacchi all’orchestra.
Non siamo un gruppo che fa spettacoli flash mob estemporanei come trovata pubblicitaria, pur amando suonare in luoghi insoliti e cercando nuovo pubblico fuori dalle classiche sale da concerto.
Non siamo un gruppo che prova intensivamente per preparare un bel concerto. Proviamo per imparare insieme e costruire fra di noi una comune concezione del pezzo – quella che poi condivideremo con il nostro pubblico.
Siamo un gruppo di musicisti professionisti che lavorano con passione e dedizione, animati dal desiderio di studiare musica insieme.
Un "laboratorio musicale”.
È la Spira mirabilis. Il numero di musicisti che studiano per ogni progetto può cambiare in base al repertorio. Ma ciò che non cambia mai sono le motivazioni e l’integrità del nostro lavoro insieme.
Nel settembre del 2007 aprimmo il nostro “laboratorio professionale”. Avevamo bisogno di uno “spazio” per studiare ed esprimere le nostre idee creative. Con grande sorpresa, scoprimmo che il nostro nuovo modo di fare musica attraeva un pubblico internazionale in cerca di qualcosa che andasse oltre la tradizionale struttura di concerto.
Non siamo un'orchestra che suona senza direttore. Abbiamo la fortuna di lavorare, fuori dalla Spira, con alcuni dei più grandi Maestri del nostro tempo ed è partendo dal loro lavoro che l’ispirazione iniziale della Spira mirabilis continua la sua evoluzione.
Non siamo un'orchestra che segue la direzione di un leader. Siamo un gruppo di musicisti che ha trovato una terza via.
L’interpretazione musicale rappresenta la responsabilità di ogni individuo all’interno di Spira mirabilis. Ogni singolo musicista arriva alla prima prova avendo studiato la partitura e avendo raccolto sul pezzo quante più informazioni possibile. Questo è ciò che un buon direttore farebbe ed è ciò che noi, come collettivo democratico, intendiamo emulare.
Insieme, come un gruppo, ognuno contribuendo secondo le convinzioni interpretative che ha maturato. Le discussioni – e qualche volta i litigi – sono vivaci, ma ci godiamo questo processo, che dura per giorni e giorni fino a che non viene raggiunto un consenso musicale unitario basato su un modo comune di leggere e interpretare la partitura. È un procedimento molto lento.
Studiare il repertorio classico e del primo romanticismo sugli strumenti originali è un ingrediente fondamentale del nostro lavoro, che ci dà l’occasione di costruire una comprensione più profonda e condivisa di questi linguaggi musicali.
Deve essere molto forte per evitare di essere incorente. Un mosaico delle nostre differenti idee amalgamate in un tutt’uno unitario. Lavoriamo senza sosta finché non lo otteniamo. Non pensiamo al concerto come a qualcosa di finale: è un’istantanea musicale della nostra costante evoluzione.
La risposta è ciò che rende questo progetto unico per noi.
Noi non proviamo per preparare un concerto. Proviamo per apprendere e costruire un’interpretazione condivisa della partitura. Il tempo che passiamo insieme studiando e sperimentando è la ragione di Spira mirabilis. Corriamo rischi in quello che facciamo e in come lo facciamo. Qualche volta funziona, altre volte no. Ma facciamo sempre le cose per un motivo.
Per esempio, nel mezzo di un concerto, un musicista può spontaneamente prendere l’iniziativa e il resto del gruppo reagisce di conseguenza. Possiamo correre questo rischio solo grazie alla condivisa comprensione del gusto e del linguaggio musicale di ciascuno. È un grande rischio – ma esaltante.
Per prenderci il tempo di entrare in profondità nella partitura.
Il nostro modo di lavorare è molto lento.
Ma ogni volta che suoniamo un’opera in prova o in pubblico, il nostro lavoro si trasforma in un’esperienza speciale di intimità con un capolavoro.
Hanno risposto con entusiasmo, desiderosi di tornare, volendo ascoltare di più. Condividono le nostre idee, reagiscono, ci fanno domande, controbattono. Eseguendo solo un’opera diamo al nostro pubblico la possibilità di concentrarsi e capire. Così, invece di saturare un bisogno di musica, lo creiamo veramente, dando inizio, forse, al loro personale viaggio musicale.
Fin dall'inizio abbiamo deciso che avremmo lavorato al di fuori del circuito musicale tradizionale. Abbiamo cercato luoghi isolati, a volte angoli di strade e piazze, dove poter suonare per un pubblico senza preconcetti, che probabilmente non aveva mai sentito il pezzo. Non era una trovata mediatica, ma il genuino desiderio di ispirare un pubblico non avvezzo al repertorio classico con l’amore puro e l’energia trasmessi dalla musica dal vivo.
Sì, lo facciamo, e pensiamo di aver trovato una soluzione ideale: il cuore del nostro lavoro resta nella piccola citta italiana di Formigine, ma da lì partiamo per suonare in altri luoghi e incontrare nuovo pubblico, anche in sale da concerto.
Questa piccola città italiana in provincia di Modena ci ha molto generosamente offerto la possibilità di avere una base permanente per le prove, ed è tale il loro impegno nei nostri confronti che hanno addirittura costruito per noi una sala da concerto!
A Formigine ci incontriamo diverse volte all’anno per intensi periodi di prove e abbiamo scoperto che qui possiamo incontrare la popolazione locale attraverso il canale del concerto. È sempre una profonda commozione accorgersi di aver toccato qualcuno per la prima volta con la musica classica.
Non stavamo cercando un nuovo pubblico per la musica classica, ma pensiamo di averne trovato uno, un pubblico vergine e desideroso di scoprire e saperne di più. Ora, più che mai, sentiamo davvero di essere ascoltati.
Questo è lo spirito di Spira mirabilis.
Spira mirabilis è una figura geometrica che ha la peculiarità di risultare sempre sovrapponibile a se stessa indipendetemente dalla sua dimensione.
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